MANFREDI FOR SCHOOL

Stagione di Spettacoli per gli Istituti Scolastici

LA LOCANDIERA'
LA LOCANDIERA
Regia: ANTONIA DI FRANCESCO E ALESSANDRO MOSER
da CARLO GOLDONI
Compagnia: teatro Pegaso
La commedia non ebbe all’epoca grande fortuna, nonostante il successo della prima rappresentazione al teatro Sant’Angelo di Venezia nel dicembre del 1752, a causa di beghe tra le attrici della compagnia. Goldoni, in qualità di poeta della compagnia di Medebach aveva in tasca il contratto con cui si impegnava con il teatro San Luca, dietro un compenso più alto. Pone fine così a una proficua collaborazione con un teatro e una compagnia insieme ai quali aveva dato il via alla sua “riforma”, perché il ruolo in cui era stato relegato cominciava a stargli stretto e non gli forniva più motivi di ispirazione. Egli infatti creava i suoi personaggi prendendo spunto dalle caratteristiche degli attori che dovevano interpretarli; per la moglie di Medebach, Teodora, aveva scritto La vedova scaltra, La buona moglie, Pamela; ma con l’ingresso in compagnia della più giovane e vivace Maddalena Marliani (con il ruolo della servetta) aveva trovato nuova fonte di ispirazione. La Marliani è protagonista indiscussa de La Locandiera. Questo non poteva essere tollerato dalla Medebach che fece sospendere la commedia. La trama - Mirandolina gestisce una locanda ed è corteggiata dagli avventori che la frequentano, provocando gelosia nel servitore Fabrizio al quale è stata promessa in sposa dal padre di lei in punto di morte. Ma ella di maritarsi non vuol sapere, apprezza troppo la sua libertà. E in ogni modo sa come trattare gli uomini per mantenerli clienti affezionati senza compromettersi. Ma quando giunge alla locanda il Cavaliere di Ripafratta, nemico giurato delle donne, ella decide di farlo cadere. Un gioco, una sfida, un semplice passatempo? Sta di fatto che la sfida è vinta e ora bisogna correre ai ripari.   Il fine della riforma goldoniana è la ricerca di un nuovo realismo da sostituire ai vecchi intrecci basati su ruoli stereotipati e su maschere. Traendo spunto dalla realtà, dalle caratteristiche psicologiche degli attori, Goldoni crea personaggi vivi. Nell’avvertimento al lettore egli dichiara di ritenere La locandiera tra le proprie commedie scritte fino a quel momento “la più morale, la più utile e istruttiva”; e nei Mémoires sottolinea la spettacolarità dell’intreccio, gloriandosi di essere riuscito a far innamorare il Cavaliere di Ripafratta di Mirandolina nello spazio di due atti e ventiquattro ore. Quanto a Mirandolina, mentre ne disapprova il comportamento, Goldoni ne dipinge il fascino.

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