Nel Castello di Close-Luce ad Amboise (in Francia), ospite del Re Francesco I, un Leonardo ormai stanco continua a stilare il suo Codice Atlantico, una raccolta di disegni e scritti che ripercorrono tutta la sua vita.
Con se porta la Gioconda (che continua a perfezionare di giorno in giorno) e il modello del Vite Aerea (un progetto che da anni porta avanti sullo studio del volo).
Al seguito, i suoi assistenti: Francesco Melzi e Gian Giacomo Caprotti (soprannominato Salaì).
Dopo aver imparato le basi nella Bottega del Verrocchio (suo maestro e mentore) e aver approfondito le sue conoscenze come autodidatta con lo studio e la pratica, fu ospite di grandi e importanti mecenati: a Firenze con i Medici, a Milano con Ludovico Sforza detto il Moro, in Romagna con Cesare Borgia, e ancora Mantova, Venezia e Roma. Fu in queste grandi corti che il Genio approfondì tutte le sue competenze: scienza, pittura, ingegneria e anatomia. Sapeva trasformare oggetti già presentialterandone la dimensione per vedere fino a che punto poteva spingersi. Rendere unico un dipinto grazie alla dinamicità dell’immagine. Il suo genio creativo si spingeva sempre oltre.
Fu amico di grandi artisti della sua epoca tra i quali il Botticelli. O nemico, come nel caso di Michelangelo Buonarroti. Dopo aver vissuto tante vite, sempre alla ricerca della conoscenza e del completamento, Leonardo invita alla corte di Francia un gruppo di nuovi allievi per tramandare il suo sapere