Lo scenario nel quale si sviluppa la vicenda è la Sicilia, terra di contraddizioni, prigioniera di “uno Stato nello Stato”, devastata dalla furia omicida, dall'oppressione di una “mala pianta”- la mafia - che nasce, vive e prospera nello stesso humus prodotto da questa tormentata e meravigliosa terra. Lo spettacolo “Minchia Signor Tenente” racconta la vita quotidiana di una piccola Stazione dei Carabinieri in un paesino della Sicilia, nella quale si vive un’ordinaria, lenta ma divertente quotidianità, interrotta da un importante evento.
“Minchia Signor Tenente” è un’espressione amara, detta tra i denti, perché “urlarla non si può, perché significherebbe insubordinazione”. Ma è un’espressione che non si può neanche tacere perché significherebbe arrendersi a tutto: alle gerarchie che schiacciano, alla legge del più forte, al male del mondo.
Minchia Signor Tenente è uno spettacolo che fa riflettere sul tema della legalità e soprattutto sugli uomini che non fanno notizia, ma sono la forza di riferimento per infondere sicurezza ai cittadini: i carabinieri. Uomini semplici, ma allo stesso tempo eroi per adempiere al loro dovere in modo anonimo.
La Compagnia è composta da otto giovani bravissimi attori, mentre la regia è affidata a Nicola Pistoia. Il giovane autore di questo testo teatrale, Antonio Grosso, appartiene ad una famiglia di carabinieri da generazioni ed è stato ispirato nella scrittura di questa pièce dal testo di “Signor Tenente”, la canzone presentata da Giorgio Faletti al Festival di Sanremo del 1994.
Durante la finale, all’ascolto di “Signor Tenente”, il padre dell’autore commentò: “Se quest’anno vince Faletti, l’Italia cambia”. La cronaca di quel Sanremo racconta che la canzone “Signor Tenente” non vinse, si piazzò al secondo posto, ma rimase nella mente del piccolo Antonio, per diventare la sua ispirazione oggi.
Uno spettacolo che affronta un tema difficile e spinoso con intelligenza, ironia e sensibilità; che va dritto al cuore, che scruta la mafia da una prospettiva che in pochi avevano preso in considerazione.