NON SI SA COME
NON SI SA COME
Di Luigi Pirandello
Regia Claudio Boccaccini
Con Maurizio Greco Verusca Rossi Riccardo Barbera Alessia Oteri
"In abbonamento"
Il conte Romeo Daddi nasconde nella memoria un antico delitto. Una colpa gravissima che la mente ha astutamente rimosso per permettere alla vita di scorrere, fin quando un'altra colpa, un altro gesto terribile e non voluto, non rompe in lui il fragile equilibrio su cui si fondava la rimozione del triste evento passato, avvenuto quando era ragazzino. Allora uccise, in un impeto d’ira furibonda, ma inspiegabile, un altro ragazzino a colpi di pietra. Oggi, trent’anni dopo, sposato a Bice, donna che ama e che lo ama, cede, in un improvviso momento di debolezza e di smarrimento, al fascino di un’altra, Ginevra, la moglie di un amico carissimo. Ma se la donna riacquista subito il dominio di sé, perché vuole salvare l’amore che prova per il marito, Romeo ricollega invece questo delitto non voluto - e quindi innocente - a quell’altro del suo passato, e viene travolto da una lucida follia. La sensazione di non essere veramente padrone dei propri atti, di non poter essere più sicuro di niente e di nessuno gli fa franare il terreno sotto i piedi. L’ ‘io diviso’ di Pirandello non ha solo i connotati conflittuali e contradditori che la psicologia contemporanea attribuisce alla nevrosi, ma una sua particolare fisionomia che sembra prendere forma di fronte al problema dell'essere e del nulla, dell'inautenticità e dell'inafferrabilità dell'esistenza, della responsabilità e volontà: “…Spesso l’uomo si chiede la ragione o causa delle azioni che decidono la sua esistenza”. La risposta è laconica: “non so perché”. In Non si sa come il drammaturgo, più che nelle sue altre opere, si assume la responsabilità di dimostrare che non è possibile sfuggire alla pena o all’espiazione anche quando la volontà dell’uomo sembra sorpresa nel mondo dell’oneiròs (dimensione statica) e la violenza alla vita agguato teso dal fato più che azione cercata dalla volontà (dimensione dinamica). Se quindi il secondo come il primo delitto di Romeo Daddi é un delitto innocente, compiuto per istinto, bisogna tuttavia assumersene la responsabilità, anche di quell'io che talora ci sovrasta e ci trascina. Bisogna cercare la punizione anche se non ci si sente colpevoli.