Scorre inesorabile questo tempo, e ci ritroviamo dall’averne tanto da non sapere come riempirlo al
non averne abbastanza ed arrivare con l’acqua alla gola, schiacciati dal pensiero di avere una “data
di scadenza” come esseri umani, che non coincide con la nostra morte ma con la fine delle
possibilità che il nostro tempo (inteso come momento storico) ci mette a disposizione una volta
superata. Questa data di scadenza non è per tutti uguale, non corrisponde ad un’età precisa: può
arrivare a 20 anni come a 40, come a 100, a seconda dell’evento, dell’aspirazione, del compito, del
sogno, del contesto con cui ci confrontiamo.
E così ci ritroviamo a vivere in un tempo “fuori dai cardini”, pensando di doverci affannare per fare
più cose possibili proiettandoci sempre al futuro, mettendo il futuro come baricentro. In questo
modo ci sentiamo sempre scaduti, perché non siamo sincronizzati con il momento presente.
Spesso ci confrontiamo con gli altri sentendoci sempre indietro, pensando di non avere più
abbastanza tempo: viviamo così come degli zavorrati che non riescono più a muovere un passo o
come dei runners sempre all’inseguimento di qualcosa che non arriva mai.
Avremo mai la lucidità di “distruggere l’orologio”, vivere il tempo come un nostro amico e non
come un nemico e centrarci sul “qui e ora”, vivendo ogni momento come se fosse l’ultimo
apprezzando il valore di ogni singolo giorno? Solo in questo modo il tempo non sarà mai scaduto
perché ogni singolo istante sarà vissuto in pienezza, saremo finalmente sincronizzati con il
momento presente.
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