L'elemento che contraddistingue la ricerca di questo collettivo artistico, e che ne delinea
maggiormente la poetica, è quello di sfiorare il presente attraverso il passato . Racconta re, cioè, le
“storie dei nostri nonni”, delle generazioni che ci hanno preceduti, per riuscire a comprendere
meglio il momento presente: Non saprai mai dove vai se non sai da dove vieni. Per aderire a questo
tipo di contenuto, si è scelto di utilizzare un codice teatrale che attinge al “teatro di narrazione”
rielaborandolo, però, in chiave estremamente moderna e originale. L’obiettivo è quello di dare voce
alle persone “comuni”, a “gli ultimi”, appunto, quelli rimasti nell’ombra durante alcune delle
vicende più significative della nostra penisola. Un lavoro di costruzione drammaturgica che parte sempre da un’approfondita documentazione
storica, per poi avvalersi, in un secondo momento, della testimonianza reale di chi, quelle
esperienze, le ha vissu to in prima persona. Il mezzo utilizzato è quello delle interviste, che vengono
poi rielaborate, romanzate e trasformate in materia teatrale. Quello che interessa è il recupero della
tradizione orale, dei racconti, della memoria di un passato ancora vivo, presente, palpitante. Un’ode
alla vita che ha sempre più fantasia di noi... per chi la sa osservare.
Dal punto di vista linguistico la
scelta del dialetto , inteso come lingua del cuore, nasce
dall'esigenza di partire sempre dal suono per la costruzione de i personaggi e per poter dar loro
quella veracità indispensabile a renderli credibili sulla scena. L'Italia è il paese con il maggior
numero di dialetti al mondo e il poter attingere da questo infinito bacino dal sapore
inconfondibilmente nostrano costitui sce un’enorme ricchezza, spesso sottovalutata. La musica ,
ideata appositamente per tutti gli spettacoli e suonata rigorosamente dal vivo, è parte integrante
della drammaturgia stessa e rappresenta una necessità sostanziale volta a sublimare la parola nei
m omenti più cupi e più brillanti del racconto, con l’intento di accompagnare lo spettatore,
cullandolo, in un intenso spaccato della storia d’Italia.